giovedì 17 ottobre 2013

La Radiottività a Penitro e il Radon nel Golfo di Gaeta

Di Giuseppe di Roberto e Capodiferro Natale

Oggi 17 Ottobre, il gruppo NBCR dei Vigili del Fuoco, a seguito di richiesta di intervento, si è recata in località Penitro di Formia per analizzare la radioattività della zona ed anche in merito alle rivelazioni del pentito Schiavone delle presupposte discariche dei veleni nel sud pontino. Il nucleo operativo dei NBCR ( NUCLEARE - BIOLOGICO - CHIMICO - RADIOLOGICO), 
ha potuto constatare, i risultati precisi verranno diramati più tardi, che nell’intorno di 2 Km dalla Cava di Penitro, non sussistono gli elementi di radioattività tali da presupporre la soglia configurata dalla legge(Il limite massimo di dose stabilito dalla legge italiana per le persone è 1 mSv per anno al di sopra della dose naturale di radiazioni; 20 mSv per lavoratori impegnati in attività che prevedono l’uso o la manipolazione di radioisotopi). La richiesta, probabilmente partita da personale e parenti degli alunni che frequentano l’Istituto Geometra “Tallini” di Formia, e molto seguita dai gruppi locali del Movimento 5 Stelle del Comprensorio degli Aurunci e del Golfo di Gaeta-Sud Pontino, https://maps.google.com/maps/ms?msid=200529924309272254144.0004e2e393960d3f43707&msa=0, https://www.facebook.com/notes/warondump-formia/discarica-di-penitro-ltformia/1414778072084070, ha indotto il nucleo operativo a svolgere vari e puntuali misurazioni( raggio di circa 2 Km) partendo dalla variante S.S. Appia sino all’Istituto stesso ed entro la cava, riportando, stando a quanto hanno comunicato gli stessi operatori, a risultati di modestissima radioattività, anche inferiori, la metà circa, ai valori anch’essi ridottissimi, a dir degli operatori stessi, di quelli riscontrati a Latina.
Ricordiamo che in Italia, la prevenzione-protezione della popolazione dalle radiazioni ionizzanti presenti nelle installazioni nucleari e dalla radioattività ambientale è regolata principalmente dalla Legge 31 dicembre 1962, n. 1860, dal Decreto legislativo del 17 marzo 1995, n. 230 e successive modifiche e dal Decreto legislativo dell’8 febbraio 2007, n. 52. La legislazione nazionale vigente, oltre ad assegnare precipui obblighi agli esercenti delle attività che rientrano nel campo di applicazione delle norme stesse e compiti di controllo alle amministrazioni nazionali (Enti e Ministeri) e alle amministrazioni locali (Prefetture, Regioni e Province autonome), far espresso riferimento a tre tipi di radioattività: Radioattività alfa,
Radioattività beta e  Radioattività gamma.
Tale sopralluogo, ad evidente indirizzo preventivo-protettivo, ha teso  a non sottovalutare la preoccupazione delle popolazioni sociale in occasione di eventi, soprattutto, lo ripetiamo, a seguito delle  dichiarazioni di schiavone,  in un area densa di attività agricole, commerciali ed industriali. I gruppi locali M5S del C. Aurunci e del G.G. Sud Pontino, si augurano che tali misure si rivolgano, di competenza dello stesso nucleo operativo, anche sulla parte Biologica, Chimica e Radiologica, chiedendo con questa anche un esame serio legislativo dell’operato dell’UTC dei Comune di Formia, Spigno, Minturno, Gaeta, Itri, SS. Cosma e Damiano, Castelforte riguardo al Radon(Rn-222), non soltanto nei luoghi di lavoro come recitano le disposizioni normative, ma anche nelle residenze. 
Infatti nel nostro interland territoriale da sempre vengono alienati permessi a costruire e a sanatoria che prevdeono cambi di destinazione per i pianti interrati, i più a rischio ai valori nocivi del Radon  . La protezione….” dall’esposizione al radon nei luoghi di lavoro è stata introdotta nella normativa con il D.Lgs. n. 241 del 2000 che modifica e integra il D.Lgs. n. 230 del 1995. Il decreto prevede obblighi per gli esercenti dei luoghi di lavoro e per le regioni. In particolare, a quest’ultime è affidato il compito di individuare le zone a maggiore probabilità di alte concentrazioni di attività di radon. In attesa della definizione dei criteri con cui definire le zone e delle indicazioni sulle metodologie per la loro individuazione, alcune regioni e alcune ARPA/APPA(tra cui il Lazio) hanno avviato studi e indagini per avere una classificazione delle aree a diversa probabilità di alte concentrazioni di radon…..” da http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/statoambiente/tematiche2011/07_Attivita_nucleari_e_radioattivita_ambientale_2011.pdf.  La Regione Lazio dovrebbe già disporre di svariate valutazioni sul radon dal 2002, avendo dovuto effettuare indagini a campione sul radon; quali sono quelle per la nostra zona, vi sono state effettuate campionature, sondaggi? Queste le domande che poniamo all’amministrazione attualmente in carica e in cui desidereremmo si impegnasse fortemente al fine della prevenzione-protezione della popolazione. Anche perché …”Sono ancora scarse e sporadiche le informazioni sulle azioni di bonifica di ambienti con elevate concentrazioni di radon, con riferimento sia ad ambienti di tipo residenziale sia di lavoro.” 



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