sabato 29 giugno 2013

Ceprano - I veleni sotterrati alla fabbrica abbandonata Europress

Il gravissimo problema dei rifiuti tossici sotterrati alla fabbrica Europress è emerso in tutta la sua gravità già da alcuni anni, con servizi sui tg e articoli sui giornali. Ad aprile scorso la giunta comunale di Ceprano ha istituito una commissione per affrontare il problema dei siti inquinati tra cui quello della fabbrica in questione di cui sono stati avviati lavori di bonifica. Non siamo per ora in grado di riportare lo stato di avanzamento di tali lavori.

[Tgr Lazio] I veleni di Ceprano - servizio del tg3 del 16 marzo 2011

rassegna stampa su il Tempo

Ciociaria notizie del 23 luglio 2010

La commissione speciale, articolo de Il Giornale Nuovo, aprile 2013


war on dump - la mappa



venerdì 28 giugno 2013

San Vittore del Lazio km. 148+500 ex fabbrica di laterizi adibita a discarica abusiva (industriale) - Cromo esavalente - arsenico - amianto


Monte San Giovanni sulla strada per Colli

Lungo la strada per Colli, all'altezza del paraurti e pneumatico appoggiati sulla parete rocciosa che si vedono nella prima foto, si attraversa la strada e ci si addentra di qualche decina di metri nell'uliveto fino ad arrivare sul ciglio di una scarpata dove inizia la boscaglia. All'interno, all'ombra fresca delle fronde, abbiamo rilevato, su segnalazione di un cittadino, una consistente discarica di grandi sacchi bianchi pieni di materiale non meglio identificato, le scritte sui sacchi permetterebbero di identificarne quantomeno la provenienza. 







Alatri - L'ex campo di concentramento delle Fraschette

Il campo presenta diverse criticità, insieme a quelle strutturali, anche ambientali e di pubblica sicurezza.
Sebbene siano stati installati dissuasori per evitare il passaggio di scaricatori abusivi, rimane inquinato da pneumatici e da una miriade di oggetti abbandonati e di rifiuti plastici di vario tipo.
Nonostante sul luogo insista un vincolo storico paesaggistico il sito non viene valorizzato in nessuna maniera se non per iniziative private di singoli cittadini volenterosi che, fra siringhe e pozzi a cielo aperto rischiano per migliorare un bene pubblico.
Questo stato di cose lascia questa perla di storia nel degrado più totale. Il problema del campo di concentramento delle Fraschette è anche la competenza, in quanto, insiste sul territorio di Alatri, ma di effettiva proprietà e gestione dell'Agenzia del Demanio.


giovedì 27 giugno 2013

Il giorno della stampa affossa il " Giorno della civetta"

Il giorno in cui la Stampa ha coccolato il Meetup di Monte San Giovanni Campano a 5 Stelle.
All'inizio War on Dump aveva questi numeri. Dopo neppure un mese superate le 17000 visualizzazioni e spedite le prime cartoline.
Tutto iniziò quando dissero che le foto dei rifiuti abbandonati e le discariche erano false


La mappa




http://www.tg24.info/veroli/msgc-una-giornata-ecologica-decisamente-positiva-2/


Prima visita del Sig. Prefetto Soldà a Monte San Giovanni Campano - Prima lettera del Meetup di Monte San Giovanni Campano a 5 Stelle.

http://www.tg24.info/veroli/m-s-g-c-war-on-dump-successo-strepitoso/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=m-s-g-c-war-on-dump-successo-strepitoso





Il giornale La Provincia scese in campo difendendo la verità. Le foto pubblicate sulla pagina di Fb di Monte San Giovanni Campano a 5 Stelle e portate all'attenzione della locale amministrazione SONO VERE.


http://www.tg24.info/veroli/msgc-il-degrado-del-torrente-amaseno




Il Meetup di Monte San Giovanni Campano dopo aver partecipato alle giornate ecologiche a cui costrinse il Comune prese l'iniziativa e scese nuovamente in campo per ripulire Fontana Canale. Parteciparono tra gli altri il Cittadino Portavoce Luca Frusone e il compianto Mastrangeli.

Il quotidiano Ciociaria annunciava la nascita imminente dell'iniziativa War on Dump. Strumento esterno di denuncia ma che suggerisce anche le necessarie soluzioni. Strumento interno che mette in luce gli attivisti di tastiera, gli opinionisti filosofi e i troll.








Seconda visita a Monte San Giovanni Campano del Sig. Prefetto Soldà. Seconda lettera firmata dal Cittadino Portavoce alla Camera dei Deputati Luca Frusone , Marco Belli e Fausto Bernardini coorganizer del Meetup di Monte San Giovanni Campano a 5 Stelle.

Il quotidiano Ciociaria Oggi evidenzia il successo della mappatura elettronica dei siti di abbandono e di discarica dei rifiuti. Non tralascia di spiegare che War on Dump serve per segnalare le criticità Ambientali.




Su segnalazione di Robertino Tersali arriva il Corpo Forestale dello Stato e becca in flagranza ACEA che sversa nel fosso il liquame; certifica la presenza di pneumatici nel torrente Amaseno e segnala un pozzo per la captazione di acqua completamente scoperto e abbandonato all'incuria e quindi pericoloso.


Non ci sarà pace finchè tutto il territorio di Monte San Giovanni Campano non sarà bonificato. Quotidiano La Provincia


La prima opera di prevenzione realizzata dai Cittadini a Monte San Giovanni Campano dal 1948 ad oggi. Le nostre proposte per l'Ambiente non possono essere prese in considerazione perchè troppo avveniristiche per la politica che è a dir poco retriva. War on Dump è anche PREVENZIONE. Questo è il 12° articolo per War on Dump e il 63° del Meetup di Monte San Giovanni Campano a 5 Stelle.

Non ci rimproveri nessuno! Prima di adire alle vie legali avvisiamo ripetutamente, viene proposta la soluzione e solo come ultima ratio il carteggio viene inviato alla Magistratura. War on Dump oltre a denunciare svolge una capillare azione di prevenzione sul territorio con tutti gli strumenti di cui dispone. E' in pieno svolgimento un'imponente opera di prevenzione mediante la consegna a tutte le famiglie del territorio di Monte San Giovanni Campano di un volantino con le istruzioni precise per disfarsi degli ingombranti.


Dopo l'incontro a Cassino per il tavolo Ambiente - Notiziario di Telegolfo -


Anche il quotidiano L'Inchiesta dedica uno spazio al tavolo Ambiente e a War on Dump


Lo Stato dell'Ambiente a Monte San Giovanni Campano





Il Movimento5Stelle di Sora avvisa il Sindaco che War on Dump è in corso....






MoVimento5Stelle Sora (FR) - Segnalazione di una discarica di eternit






Nell'immagine la discarica di Valpara (seppellita e dimenticata)


Tantissimi auguri di Buon Ferragosto carissimi Presidenti della Regione Lazio e della Provincia di Frosinone




13.8 .2013 - Ciociaria Oggi -




Il Messaggero porta gli "auguri" di buon Ferragosto ai Presidenti della Provincia di Frosinone e Regione Lazio


I Meetup di Sora e Monte San Giovanni Campano (FR) si aiutano a vicenda nello spirito del M5S










mercoledì 26 giugno 2013

Isola del Liri - sulla strada per Arpino

A volte ti sembra di camminare su una strada abbastanza pulita, le solite bottigliette di plastica e poco più, poi oltre la curva fanno capolino un paio di pneumatici sul ciglio della strada, sull'altro lato un manufatto apparentemente in eternit che lo scellerato che lo ha abbandonato, forse per alleviare il rimorso ha ricoperto malamente di plastica. Un pò più avanti dopo i pneumatici qualche pezzo di pannello in cartongesso.
La curiosità spinge a sporgere l'obiettivo oltre il ciglio e nella scarpata lo spettacolo è davvero degno di nota con pezzi di mobili, paraurti e frigoriferi immersi nel boschetto.











martedì 25 giugno 2013

Non ha bisogno di alcun commento il filmato di TG24
https://www.facebook.com/WarOnDump?ref=hl   
https://www.facebook.com/MoVimento5StelleMSGC?ref=hl 
http://warondump.blogspot.it/
Superate le 12100 visualizzazioni. Questi gli indirizzi dove trovare le criticità ambientali.
La mappa War on Dump

L'orso in pericolo

    
Mi è sempre sembrato un orso carponi  il territorio della provincia di Frosinone: la ciociaria, quella terra  che si identifica nell'immaginario collettivo come la campagna "arretrata" della Roma stradominante.  Quel territorio   oggetto dell'industrializzazione degli anni passati che si è dovuto adeguare alle attività economiche incuranti del suolo, delle acque e dell'aria, un territorio che solo alcuni decenni  prima, era  salubre, puro e da i fiumi  limpidi. Oggi,  non se ne può più  di constatare ciò che si riesce a distruggere (per sempre)  con l'inquinamento.  Le fabbriche, sempre piu' in crisi, hanno  mollato ogni precauzione ambientale e sempre piu'  riversano veleni nei corsi d'acqua, nell'aria e nel sottosuolo. Siamo diventati il popolo dei rifiuti, in continua emergenza.  Le  attività  economiche  piu' floride sono appunto, quelle legate al ciclo dei rifiuti dedite al recupero, alle rottamazioni e alle  preparazioni di combustibili.  L'agricoltura  è quasi scomparsa e i campi, un tempo coltivati e pascolati, sono  oggetto di aggressione smodata, sporca e improduttiva.--  E' ora di dare il segnale   di Stop.  Non sottovalutiamo quello che sta avvenendo, neanche  si deve  ritenere di non averne colpa, perchè dall'essere testimone a divenire  complici  il passo è breve. Guerra alla discarica  "Warondump"  è un grido di allarme dei cittadini che usano la rete  per avere forza a reclamare i propri diritti i diritti alla salute,   affinchè    "l' orso ferito"  possa vivere in pace.

domenica 23 giugno 2013

Valle del Sacco - Te la freghi l'Odissea di Omero -

 Il sequestro dell'Italcementi a Colleferro, quattro anni dopo i sigilli apposti al grande inceneritore nello stesso comune, riaccende i riflettori sulla «valle dei veleni». Nel corso di un secolo l'industrializzazione selvaggia ha compromesso il territorio attraversato dal fiume Sacco e la sua popolazione: qui infatti, sin dal 1912, è presente l'industria bellica. La stessa che, negli anni '80, arrivò ad aiutare il dittatore Saddam Hussein. E ancor oggi prosegue la produzione a servizio della chimica di guerra, ma il segreto militare resta impenetrabile e non consente di offrire le reali dimensioni del fenomeno. 
Sulla Valle del Sacco insiste poi l'impatto dell'impianto per il trattamento dei rifiuti bloccato dal Noe dei carabinieri nel 2009, nonché quello della produzione di un insetticida (vietato solo dal 2001) finito nel foragio e nel latte crudo di 32 aziende bovine e 9 ovine: indagini epidemiologiche analizzano da tempo sospette morie di bestiame e di pesci nel fiume, nonchè numerosio casi di tumori nella popolazione. Con un inquinamento ambientale che, nel complesso, potrebbe superare quello contestato intorno all'Ilva di Taranto.
L'industria bellica a Colleferro nel 1912L'industria bellica a Colleferro nel 1912
CENTO ANNI DI GUERRA - Nello scioccante studio - ignorato dai più - prodotto nel 2012 da Legambiente sulle armi chimiche in Italia, tra i siti sotto indagine spicca la Valle del Sacco. Si legge nel dossier: «A Colleferro quest’anno ricorre il centesimo anno dell’industrializzazione dell’area che ospita già dal 1912 produzioni belliche (Snia, BPD), in particolare dedicate alla fornitura di tecnologie atte a trasformare armi convenzionali in armi chimiche. Una produzione che continua anche negli anni successivi alla II Guerra mondiale, tanto che alcuni documenti riportano una correlazione tra la produzione dell’industria bellica di Colleferro e le tecnologie fornite all’Iraq di Saddam Hussein negli Anni '80». 
Ancora oggi nell’area sono attive produzioni belliche «ma sull’inquinamento ci sono ancora poche informazioni pubbliche, a causa del segreto militare - spiegano gli ambientalisti - e di una contaminazione molto complessa che deriva da tantissime attività che si sono succedute negli anni in tutta la Valle del Sacco, diventata recentemente "Sito di interesse nazionale da bonificare"».
SEGRETI PER REGIO DECRETO - Scrive ancora Legambiente: «Parte del sito industriale di Colleferro è ancora oggi “coperto” dal Regio Decreto 11 luglio 1941, n. 1161 – Norme relative al segreto militare - e dal Regolamento di Pubblica Sicurezza del Regio Decreto 6 maggio 1940, numero 635, che ha favorito l’assenza di controlli in materia ambientale. Ai primi Anni ’90 risale il ritrovamento di fusti tossici contenenti scarti di produzione delle aziende colleferrine. Nel 2005, in seguito alla contaminazione da β-HCH (beta-esaclorocicloesano), derivante dalle produzioni interrate di insetticidi, si è istituito il "Sito di Interesse Nazionale di Bonifica", oggi uno dei più estesi in Italia».
Un camion porta i rifiuti al termovalorizzatore di Colleferro (Jpeg)Un camion porta i rifiuti al termovalorizzatore di Colleferro (Jpeg)
BONIFICA MISTERIOSA - «La relazione dell’Ufficio Commissariale per l’emergenza della Valle del Sacco del 2009 non evidenzia il ritrovamento di sostanze legate alla produzione bellica. Ma documenti Usl (Anni ’90) sottolineano le tipologie di «sostanze utilizzate dall’industria bellica, al tempo stesso industria chimica». La relazione dell’Ufficio Commissariale - prosegue lo studio - indica che molte operazioni di bonifica all’interno del sito industriale «sono state effettuate dalle stesse aziende, senza che ne siano stati esplicitati i termini». Nel 2009, circa il 30% dell’area industriale era «oggetto di caratterizzazione in itinere o in previsione»: un problema che riguardava «tutte le aree di pertinenza delle aziende belliche, le stesse che ne dovranno redigere i piani di caratterizzazione».
FORNITORI DI SADDAM HUSSEIN - Quanto ai clienti dell'industria bellica, «nel 1982, l’Iraq di Saddam Hussein, come molti altri Paesi emergenti», stava effettuando la sua corsa al riarmo, «progettando e costruendo la sua macchina bellica in chiave anche chimica e di distruzione di massa, con l’ausilio delle capacità produttive e ingegneristiche di Paesi avanzati... I rapporti Unmovic, ovvero della Commissione ispettiva creata dalle Nazioni Unite nel 1999 al fine di monitorare le capacità belliche dell’Iraq, fanno emergere «notizie di collaborazione tra l’Iraq e aziende italiane, non menzionate però esplicitamente», ribadisce Legambiente.
La Simmel Difesa, dove nel 2007 un' esplosione uccise un operaio e ne ferì altri tre (Ansa)La Simmel Difesa, dove nel 2007 un' esplosione uccise un operaio e ne ferì altri tre (Ansa)
DALL'IRAQ ALLA'ARABIA SAUDITA - Il giornalista Gianluca Di Feo, in Veleni di Stato (2010), ricostruisce tasselli essenziali circa la responsabilità delle produzioni belliche colleferrine (Snia BPD), in particolare relativamente alla «fornitura di tecnologie atte a trasformare armi convenzionali in armi chimiche, scavalcando le convenzioni internazionali». Infine: «In tempi recenti (2006), le industrie belliche di Colleferro (ora Simmel Difesa SpA) vendono ancora unità di ricambio di armamenti modificabili in vettori chimici a paesi come l’Arabia Saudita, trasferibili ad altri paesi ex Legge 185/90, che non garantisce l’ end use. Non è dato sapere, in ultima analisi, quali altri paesi siano in possesso di tecnologia italiana per la modifica di armi convenzionali in armi chimiche».
Mario Cacciotti,  sindaco di Colleferro (foto Eidon)Mario Cacciotti, sindaco di Colleferro (foto Eidon)
UN FIUME DI INSETTICIDI - Ripercorrendo, invece, la recente storia della Valle del Sacco, non si può che rimanere sbalorditi da quanto la vicenda dell'inquinamento sia stata letteralmente sminuita: a raccontarla in maniera drammatica solo le indagini epidemiologiche, oltre a sospette morie di bestiame e di pesci nel fiume accompagnate da una sequela di esposti e denunce sui disastri ambientali che si sono susseguiti negli anni tra la bassa provincia Roma - in particolare Colleferro, Valmontone, Gavignano - e l'alta Ciociaria. Ad avvelenare la zona, in particolare, sarebbe stata un'azienda produttrice di un insetticida che conteneva Beta-HCH. La sostanza era contenuta nel lindano, antiparassitario vietato solo nel 2001. Fu nel 2005 che scoppiò il caso, a seguito dei risultati analitici di campioni di latte crudo di un’azienda agricola di Gavignano che evidenziavano livelli di beta- esaclorocicloesano (β-HCH), un composto organico persistente, molte volte superiore ai livelli limite di legge per la matrice considerata.
Mucche in una stalla della Valle del Sacco (Ciofani)Mucche in una stalla della Valle del Sacco (Ciofani)
ANIMALI ABBATTUTI - I veleni confluiti dai terreni dell'azienda che produceva l'antiparassitario nel suolo e nelle acque, come rilevò l'Istituto zooprofilattico, confluirono nel fiume che distrusse ciò che attraversava: 32 aziende bovine, una bufalina e 9 ovine vicine a dove era stato riscontrato il primo campione positivo, presentavano altre positività e la molecola incriminata venne rilevata anche nei foraggi per l’alimentazione animale. Con l'amministrazione Marrazzo venne dichiarato lo stato di emergenza: venne istituito un commissario ad hoc e furono abbattuti in via cautelativa 6000 capi di bestiame mettendo in ginocchio la zootecnia della Valle. Partono anche le prime bonifiche dei siti inquinati. Ad oggi la contaminazione dell'area perimetrata ed oggetto degli interventi, si sarebbe ridotta «tra il 30 ed il 40% rispetto ai valori iniziali (fonte: assessorato all'ambiente, agosto 2012)».
Colleferro, l'area del termovalorizzatore  Colleferro, l'area del termovalorizzatore
INDAGINE EPIDEMIOLOGICA - Nel 2008 la prima indagine epidemiologica - ne verrà fatta un'altra due anni dopo con esiti stranamente più miti - evidenziò i gravi problemi per la salute portati da anni di avvelenamento. Come scrive il rapporto della Asl Roma E: «L’area di Colleferro è stata oggetto di un inquinamento ambientale da fonti molteplici e le modalità di contaminazione umana sono state diverse. Il complesso industriale ha sicuramente causato un inquinamento dell’aria da sostanze chimiche e prodotti della lavorazione fin dai primi tempi della propria attività e i cui livelli e la cui estensione nel territorio sono oggi poco documentabili». I lavoratori - prosegue il testo - «sono stati esposti a sostanze tossiche in ambiente di lavoro, in particolare prodotti chimici ed amianto».
L'impianto dove si producevano i pesticidi organiciL'impianto dove si producevano i pesticidi organici
PESTICIDI NEL CIBO - Le persone che hanno risieduto lungo il fiume hanno assorbito ed accumulato nel tempo pesticidi organici soprattutto tramite la via alimentare. I risultati della indagine mostrano che alcuni effetti sanitari possono essere ragionevolmente messi in rapporto con tali esposizioni. «Il quadro di aumento della patologia respiratoria e cardiovascolare riscontrato nel comune di Colleferro e nelle aree rurali vicine - dice l'indagine - può essere in parte attribuibile all’inquinamento dell’aria negli anni trascorsi. Gli eccessi di tumore della pleura possono essere messi in rapporto con la esposizione ad amianto in ambito occupazionale mentre la esposizione a sostanze chimiche può aver causato l’eccesso di tumori della vescica tra gli operai esposti». Tanto che l'area è stata ribattezzata «la Valle dei tumori». Mancano aggiornamenti recenti: nell'agosto 2012, ad una interrogazione dei radicali del Lazio, non rispose la presidente Polverini in veste di delegato alla salute, ma solo l'assessorato all'Ambiente.
UN CASO ILVA A SUD DI ROMA - E torniamo ai giorni nostri. «Se alla situazione emersa dell’Italcementi, si aggiunge un contesto ambientale già gravemente compromesso, in un territorio sul quale insiste anche l’inceneritore, già finito sotto la lente degli inquirenti per dei gravissimi illeciti ambientali, si compone un quadro di devastazione ambientale pari a quello dei siti più inquinati d’Italia, come l’Ilva di Taranto». E nella zona il futuro sembra parlare di nuove ferite per l'ambiente: dopo anni di sversamenti nella discarica di Colleferro, di incenerimento dei rifiuti, di pneumatici e biomasse, infatti, si vogliono installare anche impianti di Tmb (trattamento biologico meccanico dei rifiuti) per produrre combustibile da rifiuto.
NO TAX AREA INVECE DEI RIFIUTI - I verdi del Lazio, contrari a nuove opere, propongono un'alternativa: «Non possiamo permettere che si costruiscano altri impianti per alimentare gli inceneritori - conclude - un altro modello di sviluppo è possibile, e passa per la filiera della riduzione, del riuso, della raccolta differenziata e del riciclo e dal rilancio del territorio che passa attraverso le bonifiche». A margine dell'ultima manifestazione celebrata nella zona, : «Chiediamo che sia istituita subito una "No Tax area" per la Valle del Sacco, per attrarre imprese e lavoro e portare sviluppo a quest'area - troppo a lungo sacrificata dalle scelte della politica con rifiuti e inquinamento - e un processo di bonifiche che la restituisca ai cittadini».

Ceprano - Sulle sponde del Liri

Oggi pomeriggio passeggiare sulle sponde del Liri non era un bell'esercizio.


Ceprano - La ex cartiera Vita Mayer, abbandonata in un mare di eternit.

Scorcio fotografico della ex cartiera Vita Mayer, sulle sponde del Liri a Ceprano, abbandonata da oltre 30 anni.
Nell'enorme fabbricato dismesso sussistono due coperture in eternit grosso modo valutabili in 2000 mq di estensione.
In un'Italia normale questa costruzione sarebbe recuperata e restituita alla fruizione pubblica, nell'Italia di oggi rimane da anni a marcire. Chissà se siano stati stanziati o no fondi per il suo recupero.


 














A questo link puoi trovare una galleria fotografica dell'interno dell'ex cartiera.


Fausto Bernardini